DA DONNA A MAMMA

DA DONNA A MAMMA
La solitudine delle mamme

Da donna a mamma.

Se, prima di avere mia figlia, mi avessero raccontato la madre che sono diventata, non ci avrei mai creduto. 

Ricordo poche settimane dopo la nascita di mia figlia, una conoscente mi disse: « tra un anno tu non sarai più la persona che sei oggi ». 

Quelle parole, che in quel momento non capivo ma che in effetti sono state poi confermate, mi sono rimaste impresse dentro con forza. Come le tante emozioni di quel primo periodo con mia figlia, un periodo che non è stato tutto rose e fiori, come spesso si tende a far credere.

L’inizio della maternità non è sempre rose e fiori.

Una delle immagini più vivide che ho di me in quel primissimo periodo di vita da mamma, sono io seduta sul water alle 4 di notte che piango a dirotto, come una bambina, con mia figlia di 3 chili tra le braccia. Ricordo che dovevo andare in bagno e che, in quel momento, mi sembrava di non trovare il modo o chissà cosa per stare da sola. Fatto sta che era difficile, quasi impossibile, avere del tempo per me. 

Ora un po’ sorrido ripensandoci, ma la verità è che è stata dura, la verità è che li era iniziato un processo di cambiamento molto profondo e quindi, per forza di cose, doloroso. 

Oggi mi faccio la doccia chiedendo a mia figlia di tenermi compagnia leggendomi un libro. 

In quel periodo una doccia era qualcosa di prezioso. 

Oggi qualcuno mi ha detto: se racconti queste cose a chi genitore non lo è diventato, non può immaginare. 

Non Lo so. 

Però so che se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto.

L’immagine che allego a questo post, tratta da un bellissimo documentario dal titolo “Chiaroscuri della maternità” (di cui trovate un mio post qui:https://www.facebook.com/ElenaConciPsicologaPerinatale/posts/1572251902962802) è un’immagine che secondo me rende l’idea di quel primo periodo, un immagine in cui è chiaro che lo stato “interessante” in cui abbiamo vissuto per 9 mesi è diventato scuro, lo stato interessante è passato a nostro figlio. E’ lui l’interesse principale, è lui al centro dell’attenzione. Certo, è bello e richiede attenzioni. Ma la mamma? La mamma dov’è finita?

Dove sono finita? Dov’è la persona che ero prima? E la mamma che immaginavo di essere? 

Queste sono domande legittime che alcune tra noi possono ritrovarsi a fare a se stesse; e spesso nella solitudine più totale.

Se sei una neo-mamma in difficoltà o se stai aspettando il tuo bambino e queste parole ti risuonano, sappi che tutto è possibile, che tutto è possibile perché tutto sta cambiando. Ma non sei obbligata ad affrontare tutto da sola, anche se sei tu che dovrai fare la parte più impegnativa.

Ho creato un gruppo su Facebook « genitori consapevoli 0-6 anni » che vuole offrire uno spazio di confronto e condivisione. Se già non ne fai parte, t’invito ad iscriverti.

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